Verifiche N.1, 2023 - L’insegnamento fra il «che cosa» e il «come» - Editoriale

L’associazione Essere a Scuola è nata un paio di anni fa con il fine di promuovere una visione non settoriale della scuola, sia attraverso l’organizza-zione di momenti di riflessione e di approfondimento sia coinvolgendo, oltre agli addetti ai lavori, anche chi si inte-ressa ai destini della scuola e della formazione. 

In questa prospettiva il 26 novembre scorso ha organizzato il suo secondo convegno dal titolo: “La scuola fra conoscenza, persona e lavoro. L’insegnamento fra il «che cosa» e il «come»”.

Come per la passata edizione, la mattinata è stata riservata alle relazioni di studiosi; nel pomeriggio si è dato invece spazio a testimonianze provenienti dal mondo della scuola. La redazione di Verifiche, che ha contribuito anche al finanziamento del convegno, ha accolto con piacere la richiesta di pubblicare tutti gli interventi. In questo fascicolo ospitiamo quelli di Virginio Pedroni, Roland Reichenbach, Fabio Camponovo, Chiara D’Ettorre e Nina Pusterla. Sul prossimo numero (giugno 2023) si completerà con i contibuti di Massimo Frapolli, Fulvio Cavallini, Alberto Moccetti, Manuela Pug-gioni Butti e Diego Gilardoni.

In deroga alle norme redazionali stabilite da poco sulla lunghezza degli articoli, abbiamo deciso di pubblicare integralmente la lezione di Roland Reichebach, docente di pedagogia presso l’Università di Zurigo, tradotta in italiano da Maurizio Balestra. Un testo inedito di notevole interesse, che, a nostro avviso, rappresenta una voce dissonante nel vasto coro degli esperti di scienze dell’educazione fautori di una pedagogia delle competenze che rischia di marginalizzare i saperi disciplinari, di annacquare e il “che cosa” in nome del “come” e in definitiva di limitare l’orizzonte culturale e formativo dei discenti. “Ciò che nell’insegnamento occorre mostrare è l’oggetto della materia – scrive Reichenbach –, e la materia è circondata da quell’autorità del sapere e della cultura, che l’insegnante deve incarnare (autorità che sostiene e protegge l’insegnante)”.  E ci piace anche la rivalutazione del docente in queste parole; un antidoto alla tendenza imperante di ridurlo a operatore o animatore didattico e fedele esecutore dei piani di formazione e delle direttive dipartimentali. Un professionista sempre meno interpellato, coinvolto o ascoltato, anche perché le decisioni sulla scuola sono prese da altri e altrove.

“Coloro che ce stanno fuori dalla scuola – osserva Pedroni – sembrano avere le idee chiare sul da farsi, mentre chi stadentro ha soprattutto
dubbi”.

E un esempio di questo avventato modo di procedere ci è stato servito di recente con la scellerata decisione parlamentare di introdurre l’insegnamento del tedesco in prima media. Con un’alzata di mano si sono complicati ulteriormente un contesto didattico già saturo e frammentato e una politica di insegnamento delle lingue seconde già parecchio confuso.

Concludiamo caldeggiando il rinnovo dell’abbonamento anche per il 2023 e invitando i nostri soci-sostenitori a partecipare all’assemblea ordinaria di Verifiche.