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Verifiche N.3, 2022 - «Dall’integrazione all’inclusione. Un cammino ancora lungo» - Editoriale

Verifiche entra nel nuovo anno scolastico proponendo ai suoi lettori importanti novità. La rivista si presenta innanzitutto con una grafica rinnovata: la scelta è caduta su un formato agile e attrattivo, valorizzato da inserti fotografici finalmente a colori. Anche la struttura dei contenuti offre sostanziali mutamenti.

«Dall’integrazione all’inclusione. Un cammino ancora lungo»

Ogni numero sarà caratterizzato da rubriche tematiche che diventeranno un appuntamento fisso. Perfino il nostro sito internet (www.verifiche.ch) si proporrà svecchiato, presentandosi nella duplice veste di vetrina dei contenuti più recenti e di memoria storica, grazie alla presenza di un archivio numerico. Le molte novità sono la prova manifesta della brezza primaverile che da qualche tempo sta soffiando sulla nostra rivista. Dopo un momento di difficoltà, Verifiche sembra essere entrata in gran forma nel pieno dei suoi cinquant’anni. Il gruppo di redazione ringiovanito ha saputo dare al lavoro collettivo un ulteriore dinamismo.

La decisione di riproporre, dopo molto tempo, un numero tematico, questa volta dedicato all’inclusione scolastica, è prova della vitalità del nuovo corso. La redazione ha infatti ritenuto importante fare il punto sulla situazione dieci anni dopo l’approvazione in Canton Ticino di una legge sulla pedagogia speciale, il cui scopo mira sia a «garantire il diritto all’educazione e alla formazione dei bambini e dei giovani che presentano bisogni educativi particolari», sia a «privilegiare e sostenere l’integrazione degli stessi nella scuola regolare e nel mondo del lavoro».

In questi ultimi anni lo sforzo da parte delle autorità scolastiche per rendere operativi gli obiettivi previsti dalla legge sono stati numerosi e soddisfacenti, come si evince anche da parecchi interventi contenuti nel dossier. Già nel 2003 si osservava che la presenza fisica delle classi speciali negli edifici scolastici, pur favorendo la conoscenza della diversità e la convivenza di ragazzi normodotati e disabili, non era bastata a garantire l'integrazione dei due gruppi. Le occasioni d'integrazione riuscite erano dovute più alla particolare sensibilità di alcune persone (docenti, direzioni) che a quella dell'intero istituto scolastico. Si faceva dunque strada la necessità di sostituire il concetto di integrazione con quello di inclusione. Sulla scorta di queste considerazioni, il DECS raccomandava l'istituzione di progetti di inclusione. A questo proposito Scuola ticinese dedicava nel 2014 un intero numero tematico dall'eloquente titolo “Verso l'inclusione”.

Mentre l'integrazione si occupa di raggiugere risultati nell'ambito dell'autonomia, della socializzazione e della comunicazione, l'inclusione si pone l’obiettivo di superare ogni tipo di barriere alla partecipazione e all'apprendimento. Presupposto ineludibile dell'inclusione è la partecipazione a un processo continuo di apprendimento, con i necessari e indispensabili aiuti di sostegno, in un contesto di scuola “normale”, cioè non separata.

Nonostante gli innegabili miglioramenti di questi ultimi anni, la scuola ticinese resta ancorata al principio dell'integrazione, come dimostra la procedura per accedere alla scolarizzazione normale che prevede un test di valutazione standardizzata (PVS). In questo modo si crea una situazione che vede alcune zone del Cantone favorire la sperimentazione dell'inclusione e altre meno propense ad andare in questa direzione. Il problema sta nel fatto che si lascia alla discrezione del risultato di un test standard, alla buona volontà di docenti, di autorità comunali e dei responsabili degli ispettorati scolastici la decisione ultima se promuovere o meno un progetto inclusivo. Tutto ciò crea una situazione di disuguaglianza e favorisce situazioni di conflitto tra famiglie e autorità scolastiche.

Se i responsabili del DECS sono davvero convinti, come appare dalle iniziative e prese di posizione assunte in questi ultimi anni, della necessità di superare l'integrazione con l'inclusione, è imprescindibile rendere tale istituzione obbligatoria a livello istituzionale, attraverso nuove disposizioni legislative che mettano a disposizione delle sedi scolastiche coinvolte il personale specializzato e le risorse necessarie per favorire un completo inserimento ai giovani con disabilità. L'esistenza stessa di una scuola speciale separata da quella considerata “normale” va cioè superata, come d'altronde già succede in molti altri Stati.

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